Depressione, tristezza o malinconia: saperle riconoscere, per affrontarle al meglio

Depressione, tristezza e malinconia sono termini utilizzati per descrivere stati d’animo dolorosi e angosciosi spesso accomunati, ma, in realtà, rappresentano esperienze emotive diverse. È importante tracciare i confini tra questi tre termini al fine di renderci più consapevoli dei nostri vissuti e, quindi, avere più possibilità di gestirli al meglio. Il rischio da evitare, infatti, non è solo quello di sottovalutare i sintomi di alcune condizioni patologiche, ma anche quello di credere morbosi vissuti, invece, del tutto fisiologici.

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Definizioni e cause

La depressione è una condizione clinica che va oltre la normale tristezza. La sensazione di infelicità è persistente, accompagnata da perdita di interesse nelle attività quotidiane da cui prima si traeva piacere, da stanchezza, apatia, cambiamenti nel sonno e nell’appetito, sentimenti dolorosi di colpa e scarsa autostima (il valore che ognuno di noi sente di avere), fino ad arrivare ai pensieri suicidari. Uno stato depressivo può richiedere trattamenti professionali, come la psicoterapia, anche associata all’uso di farmaci antidepressivi, se così valutato da un medico psichiatra.

La tristezza è un sentimento umano fisiologico e può essere una sana risposta a eventi stressanti, perdite o delusioni che, inevitabilmente, ognuno di noi incontra nel corso della vita. Può essere gestita attraverso il supporto sociale, l’espressione emotiva e la riflessione, e, in generale, attraverso tutte le modalità che ognuno di noi preferisce per auto-consolarsi (anche questo è umano) e regalarsi momenti di rilassamento e di piacere (l’esperienza artistica, lo sport e lo svago ecc.) È temporanea e, di solito, si attenua col tempo.

La malinconia si riferisce a una sensazione di tristezza delicata, spesso accompagnata da una sorta di dolcezza nostalgica. Può essere associata a ricordi positivi del passato ora conclusi. Come per la tristezza, anche la malinconia non è necessariamente patologica, ma può variare da un’esperienza normale a una più intensa, influenzando più o meno il benessere emotivo dell’individuo.

In sintesi, la depressione è una condizione clinica caratterizzata da sintomi specifici, la tristezza è un’emozione umana normale che può rappresentare una risposta a eventi specifici, e la malinconia è spesso una sensazione nostalgica associata a ricordi o percezioni di bellezza perduta (ad es. rispetto a ricordi infantili).

Tristezza, malinconia e depressione nella tragedia greca

Può essere utile citare come, nella tragedia greca, i temi di tristezza, depressione e malinconia erano spesso affrontati attraverso le rappresentazioni drammatiche dei personaggi e delle loro esperienze. Tuttavia, i greci antichi avevano una comprensione della mente e delle emozioni che differisce significativamente da quella moderna, e le tragedie spesso esploravano le conseguenze delle azioni umane in un contesto mitologico o morale.

Molte tragedie greche sono incentrate sul concetto di destino o fato, con i personaggi che affrontano inevitabilità e predestinazione. Questo può generare una sensazione di tristezza e rassegnazione, poiché i personaggi lottano contro forze sovrannaturali o eventi inevitabili.

La colpa e la necessità di espiazione sono temi ricorrenti. Personaggi che commettono errori gravi o trasgressioni possono sperimentare un senso profondo di colpa e tormento emotivo, giungendo a situazioni di sofferenza e tristezza. Lutti e perdite di persone care sono spesso al centro di molte tragedie. Il lutto e il dolore per la perdita possono essere esplorati attraverso il modo in cui i personaggi reagiscono e affrontano le circostanze avverse.

In generale, le tragedie greche offrivano una riflessione sulla condizione umana, esplorando le sfumature complesse delle emozioni attraverso la lente di miti e storie drammatiche. Mentre il contesto culturale e la comprensione della mente umana erano diversi rispetto a quelli contemporanei, molte delle tematiche affrontate nelle tragedie continuano a essere rilevanti per la comprensione delle emozioni umane.

Come distinguere la depressione e la tristezza

Abbiamo intervistato la Dott.ssa Maria Silvia Schiano, terapeuta e supervisore di ContactU, per sottolineare come, nei momenti di difficoltà e ricerca di risposte rispetto a sintomi riconducibili alla depressione, sia facile cadere nell’autodiagnosi.

La Dott.ssa Schiano ci ha spiegato i rischi associati e l’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per una corretta valutazione e supporto.

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I sintomi della tristezza patologica

La distinzione tra tristezza “fisiologica” (normale o reattiva) e tristezza “patologica” (associata a una condizione clinica) può essere complessa e dover richiede una valutazione professionale. Tuttavia, alcune differenze generali possono aiutare a comprendere quando la tristezza può essere considerata più di una risposta normale agli eventi.

  • Durata e persistenza

La tristezza fisiologica è spesso temporanea e legata a eventi specifici: l’individuo sa, riflettendoci, cosa lo rende o lo ha reso triste. Ad esempio, la perdita di un lavoro, la fine di una relazione o la morte di una persona cara possono scatenare una reazione di tristezza. La tristezza patologica, associata alla depressione, persiste per periodi prolungati, spesso per almeno due settimane consecutive, e può manifestarsi senza una causa esterna evidente. Soprattutto, essa è resistente ai tentativi di auto-terapia e di quelli messi in pratica dalle persone vicine (amici, parenti, ecc.) di “risollevare” il morale, anche tramite affettuosi consigli.

  • Intensità

La tristezza fisiologica può essere intensa, ma, solitamente, è proporzionata all’evento che l’ha scatenata. La tristezza patologica, come nella depressione maggiore, può essere sproporzionata rispetto agli eventi esterni o non avere un motivo apparente.

  • Impatto sul funzionamento quotidiano

La tristezza normale può influenzare temporaneamente il funzionamento quotidiano, ma, di solito, non raggiunge il punto in cui compromette significativamente la capacità di svolgere le attività ordinarie. La tristezza patologica, invece, può interferire in modo sostanziale con molteplici aspetti della vita quotidiana, come il lavoro, le relazioni interpersonali e le consuete attività.

  • Altri sintomi

La tristezza normale può essere accompagnata da altre emozioni, come la rabbia o la delusione, ma non necessariamente da una gamma completa di sintomi tipici della depressione. La tristezza patologica può essere accompagnata da sintomi quali cambiamenti nell’appetito e nel sonno, sensazione di fatica, sentimenti di colpa, scarsa autostima e difficoltà di concentrazione.

  • Risposta al supporto sociale

La tristezza normale, spesso, risponde positivamente al supporto sociale, alla condivisione delle emozioni e alle attività che alleviano lo stress. La tristezza patologica, invece, può persistere nonostante il supporto comunitario.

È importante sottolineare che si tratta di linee guida generali: la valutazione di un professionista della salute mentale può essere fondamentale per determinare la natura e la gravità della tristezza e per fornire il supporto e il trattamento appropriati. Se si sospetta una condizione di disturbo della salute mentale, è consigliabile consultare un medico o uno psicologo.

 

Contributo a cura di Dott.ssa Federica Cassola

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Bibliografia

Freud S., Lutto e Melanconia, in Opere, vol. 8, Bollati Boringhieri, 1976.

Di Marco M., a cura di, Storia del teatro greco, Carocci, 2020.

Fraire M., Rossanda R., a cura di Melandri L., La perdita, Bollati Boringhieri, 2008.

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