Eterni indecisi

Perché per alcune persone è così difficile prendere decisioni?

Essere o non essere, è questo il dilemma. Se il problema che ha afflitto Amleto ci sembra lontano e filosoficamente complicato, quel che abbiamo in comune con l’eroe shakespeariano è senza dubbio l’aspetto dell’indecisione. Rispetto ad Amleto, le scelte a cui ci sottopone la nostra società, seppur apparentemente meno pompose, sono quantitativamente maggiori, esponendoci di frequente a esiti incerti, procrastinazioni e ansia da decisione. Che si tratti di decisioni importanti, come un cambio di carriera, o di piccoli dilemmi quotidiani come cosa mangiare per cena, effettuare una scelta può creare disagio.

Tuttavia, per alcune persone, questa difficoltà diventa una vera e propria trappola mentale, rendendole incapaci di prendere decisioni con facilità. Quando l’indecisione diventa cronica, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, portando a una paralisi decisionale che influisce su ogni aspetto dell’esistenza. Ma cosa porta alcune persone a essere perennemente indecise? E soprattutto, esistono rimedi per superare questa condizione?

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Perché alcune persone sono sempre indecise

L’indecisione, in molti casi, è il risultato di un naturale processo di riflessione. Di fronte a scelte complesse, è normale valutare i pro e i contro prima di prendere una decisione. Tuttavia, quando questo processo si prolunga all’infinito, l’individuo può sentirsi bloccato, incapace di scegliere una direzione. Le persone che sperimentano un’indecisione costante spesso vivono con una paura profonda di sbagliare. Infatti, per queste persone, il timore è alimentato dall’ansia legata alle conseguenze delle proprie scelte, che viene ingigantita fino a creare un’angoscia che impedisce qualsiasi azione concreta: le persone perennemente indecise tendono a sovrastimare le implicazioni negative di una scelta e a sottovalutare la possibilità di cambiare strada se la decisione presa non si rivela corretta. Di conseguenza, si ritrovano intrappolate in una spirale di dubbi e incertezze che le porta a procrastinare costantemente.

Inoltre, gli eterni indecisi sono spesso perfezionisti. Desiderano fare la scelta “giusta” in ogni situazione e, poiché ogni opzione sembra imperfetta, nessuna viene mai considerata soddisfacente. Questa ricerca ossessiva della perfezione può impedire di agire, alimentando ulteriormente il ciclo dell’indecisione.

Un altro aspetto da considerare è che le persone cronicamente indecise spesso mancano di fiducia in sé stesse. Questo può derivare da diversi motivi, come esperienze passate in cui le loro decisioni sono state criticate o non hanno portato ai risultati sperati, ma la conseguenza è sempre la scelta di rimanere in una condizione di incertezza che, per quanto scomoda, appare meno minacciosa.

Quali sono le cause dell’indecisione cronica

Come già detto, le cause dell’indecisione cronica possono essere molteplici e variano da individuo a individuo. In generale, possiamo dire che le principali cause dell’incapacità di scegliere riguardano fattori psicologici, emotivi e sociali che influiscono sulla capacità di prendere decisioni in maniera serena e consapevole. Uno dei fattori più comuni è l’ansia: le persone che soffrono di disturbi d’ansia tendono a percepire il processo decisionale come estremamente stressante, poiché temono le possibili conseguenze negative delle loro scelte. Anche se la situazione non comporta rischi gravi, l’ansia amplifica la percezione delle potenziali minacce, rendendo impossibile prendere una decisione con serenità.

Il perfezionismo è un’altra causa molto frequente di indecisione cronica. Difatti, le persone perfezioniste cercano costantemente di fare la scelta migliore e più “corretta” in ogni contesto, ma poiché ogni opzione presenta inevitabilmente dei lati negativi, il perfezionismo diventa un ostacolo alla capacità di agire. La paura di non essere all’altezza o di commettere errori può paralizzare il processo decisionale.

Spesso, invece, alla base dell’indecisione cronica risiede la bassa autostima. Le persone con una scarsa fiducia nelle proprie capacità tendono a non credere di poter prendere decisioni sagge e questo le porta a cercare costantemente conferme dall’esterno, affidandosi al giudizio degli altri o procrastinando in attesa che qualcuno prenda la decisione al loro posto. La bassa autostima rende anche difficile accettare i possibili errori, poiché ogni errore viene vissuto come una conferma della propria inadeguatezza.

Anche il contesto familiare e sociale può influenzare il modo in cui prendiamo decisioni. Crescere in un ambiente in cui le scelte venivano prese da altri, come genitori molto autoritari o iperprotettivi, può portare a una difficoltà nel prendere decisioni autonomamente da adulti. Allo stesso modo, vivere in un ambiente in cui ogni errore viene duramente punito o criticato può generare una paura profonda di sbagliare, alimentando l’indecisione.

Infine, l’eccesso di opzioni può paradossalmente essere una causa di indecisione cronica. In una società dove le possibilità sembrano infinite, scegliere può diventare un processo opprimente. L’idea di dover considerare ogni opzione e di dover trovare quella perfetta può portare a una paralisi decisionale, rendendo difficile anche prendere piccole decisioni quotidiane.

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Come rimediare ed essere persone meno indecise

Fortunatamente, l’indecisione cronica non è una condizione insormontabile: con impegno e strategie efficaci, è possibile imparare a gestire l’indecisione e a sviluppare una maggiore sicurezza nel processo decisionale. Uno dei primi passi per superare l’indecisione è lavorare sulla propria autostima e accettare l’idea che non esiste una scelta perfetta. Ogni decisione comporta dei rischi, ma è importante accettare che sbagliare fa parte del processo di crescita. Invece di vedere gli errori come fallimenti, bisognerebbe considerarli opportunità di apprendimento. Imparare a essere gentili con sé stessi e a ridurre l’autocritica è essenziale per sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità decisionali.

Un altro strumento utile per gestire l’indecisione è limitare il numero di opzioni a disposizione. Di fronte a troppi scenari, è facile sentirsi sopraffatti e incapaci di scegliere, quindi ridurre il numero di opzioni, selezionando quelle che sembrano più in linea con i propri valori e obiettivi, può semplificare il processo decisionale e renderlo meno stressante. Affrontare l’indecisione richiede anche di sviluppare una maggiore tolleranza all’incertezza. La vita è piena di situazioni imprevedibili, e cercare di controllare ogni aspetto delle nostre decisioni è irrealistico; può invece essere più utile imparare a convivere con l’incertezza e a gestire l’ansia che ne deriva. La terapia può essere un valido supporto per chi fatica a prendere decisioni. Un terapeuta può aiutare a identificare le cause profonde dell’indecisione, come la bassa autostima o l’ansia, e a fornire strumenti pratici per gestire queste emozioni. La terapia cognitivo-comportamentale, in particolare, si è dimostrata efficace nel modificare i pensieri negativi e le convinzioni che alimentano l’indecisione, aiutando le persone a sviluppare maggiore fiducia nelle loro capacità decisionali.

Infine, una tecnica molto utile per superare l’indecisione è iniziare con piccole scelte quotidiane. Prendere decisioni meno importanti in modo rapido e senza troppi ripensamenti può allenare la mente a sviluppare sicurezza. Man mano che si accumula esperienza nel prendere decisioni, sarà più facile affrontare quelle più complesse con maggiore fiducia.

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Bibliografia

Benefits of being ambivalent: The relationship between trait ambivalence and attribution biases. (Schneider, I. K., Novin, S., van Harreveld, F., & Genschow, O.; British Journal of Social Psychology, 2021).

Indecisione e credenze dl efficacia: Una ricerca longitudinale. (Fadda, S., Nota, L., & Ferrari, L.; GIPO Giornale Italiano Di Psicologia Dell’Orientamento, 2008).

Manuale di psicologia positiva (Laudadio, Mancuso; FrancoAngeli, 2015).

Solving the Procrastination Puzzle: A Concise Guide to Strategies for Change. (Pychyl, T. A.; New York: Tarcher Perigee, 2013).

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