Con stress intendiamo la normale risposta psicofisica a eventi o situazioni percepite come eccessivamente attivanti sotto il punto di vista emotivo, cognitivo o sociale. Nella teoria psicologica è possibile individuare due categorie di stress, sulla base della natura degli eventi stressanti (o stressor): quando gli eventi sono negativi e nocivi si parla di distress (termine che si sovrappone alla concezione comune di stress); in molti non sanno però che gli stressor possono essere anche positivi, favorendo una vitalità dell’organismo. In questo caso parliamo di eustress. Andando oltre a queste concettualizzazioni, lo stress è una parte integrante della nostra vita quotidiana e, come abbiamo visto, non sempre ha accezioni negative. Tuttavia, anche l’eustress, se diventa eccessivo o prolungato nel tempo, può avere conseguenze negative sulla salute fisica e mentale. In questo articolo utilizzeremo il termine stress come sinonimo della categoria meno piacevole, il distress
Differenze tra stress acuto e stress cronico
Per parlare degli effetti psicofisici che lo stress ha su di noi, è necessario operare un’ulteriore distinzione teorica: quella tra stress acuto e stress cronico. Il primo ad operare questa differenziazione fu Seyle che, negli anni Settanta, definì lo stress come una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso. In base alla durata della richiesta (cioè dell’evento stressante) sono state distinte le due forme di stress: se lo stresso ha una durata limitata e non ripetuta nel tempo, possiamo parlare di stress acuto; lo stress cronico, invece, si caratterizza per una durata più lunga e si associa spesso a ripetitività nel tempo.
In particolare, lo stress acuto è una risposta immediata e temporanea a una situazione specifica che richiede attenzione o azione rapida. È il tipo di stress che proviamo quando dobbiamo affrontare una scadenza imminente, parlare in pubblico o reagire a un evento improvviso, come un incidente stradale. Questo tipo di stress attiva il nostro sistema nervoso simpatico con risposte fisiologiche che preparano il corpo a fronteggiare il pericolo, ad esempio: aumento del battito cardiaco, iperventilazione e rilascio di ormoni come l’adrenalina e il cortisolo. In generale, lo stress acuto scompare una volta che la situazione stressante si risolve. Tuttavia, quando queste esperienze si ripetono frequentemente, possono contribuire a un accumulo di tensione e portare a disturbi più gravi.
Lo stress cronico invece si sviluppa gradualmente e può diventare un problema persistente, intaccando profondamente la qualità della vita e interferendo con il perseguimento dei propri obiettivi personali. Si verifica quando una persona è esposta a situazioni stressanti per un periodo prolungato ed è spesso associato a problemi di lavoro, difficoltà economiche, relazioni familiari complicate o malattie croniche. A differenza dello stress acuto, che è temporaneo, lo stress cronico può rimanere sotto la superficie, consumando lentamente le risorse fisiche ed emotive e portando a sviluppare affaticamento, insonnia, problemi cardiaci e un generale indebolimento del sistema immunitario. A livello psicologico, invece, può portare a sentimenti di impotenza e disperazione fino a vere e proprie depressioni.
Comprendere la differenza tra stress acuto e stress cronico è fondamentale per riconoscerne i segnali e adottare le giuste strategie per affrontarlo.
Gestire lo stress è possibile e necessario per affrontare serenamente la vita
Un professionista può aiutarti a stare meglio
Strategie per gestire lo stress acuto
Come abbiamo già accennato, il corpo risponde in maniera automatica alla presenza di uno stress acuto attraverso meccanismi fisiologici naturalmente predisposti a fronteggiare la minaccia. Dunque, abbiamo già tutti gli strumenti per poter uscire quasi indenni da eventi particolarmente impattanti sulla nostra vita. Eppure, a volte le armi naturali non bastano ed è necessario ricorrere ad altre soluzioni. Ad esempio, quando le reazioni fisiologiche a uno stress acuto risultano troppo intense, la respirazione profonda può risultare utile e comporta benefici su tutto il sistema nervoso e aiuta a ridurre gli effetti fisici dello stress.
In questi casi può essere utile anche la mindfulness e tutte le pratiche di consapevolezza legate ad essa: la mindfulness è una tecnica meditativa che serve a ricollegarsi con il momento presente, concentrandosi sulle proprie sensazioni corporee, osservandole senza giudizio, lasciando andare le preoccupazioni sul futuro o sul passato. Questo approccio richiede un buon addestramento guidato da un professionista ma, una volta acquisita la capacità di entrare nello stato mentale di mindfulness, diventa possibile a ridurre l’intensità delle emozioni negative e mantenere un senso di equilibrio durante situazioni difficili. Per ridurre gli effetti fisiologici dello stress acuto possono essere importanti anche tecniche meno strutturate come lo stretching, il movimento fisico, uscire all’aria aperta: in particolare, il movimento favorisce il rilascio di endorfine, sostanze chimiche nel cervello che migliorano l’umore e riducono il dolore fisico.
Come gestire lo stress cronico
Le tecniche sopra citate non possono funzionare nei casi di stress cronico poiché, essendo di natura più radicata e persistente, richiede un approccio più strutturato e a lungo termine. Anzitutto, per gestire efficacemente lo stress cronico, è fondamentale identificare le sue cause principali e sviluppare strategie per affrontarle: questo processo richiede, il più delle volte, il supporto di un professionista della salute mentale, come uno psicologo o un terapeuta, che può aiutare a esplorare le radici dello stress e a trovare soluzioni tarate sull’individuo e sulla situazione che sta affrontando. Infatti, se lo stress cronico diventa ingestibile, potrebbe essere necessario ricorrere a trattamenti più specifici, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Questo approccio terapeutico aiuta a identificare i pensieri negativi o disfunzionali che alimentano lo stress e a sostituirli con schemi mentali più positivi e costruttivi. Molto utile risultano anche i gruppi di supporto e le terapie di gruppo che, oltre a permettere di ottenere strategie per fronteggiare lo stress e benefici psicofisici, consentono, soprattutto, di normalizzare il vissuto in risposta a stressor negativi, aiutandoci a sentirci meno soli e più compresi.
Se l’aiuto di uno specialista è fondamentale per gestire gli stati di stress cronico, è anche vero alcune indicazioni generali possono fornire degli aiuti pratici. Un primo passo importante è quello di stabilire una routine quotidiana che includa momenti dedicati al relax e al benessere personale: ad esempio, attività come lo yoga, la meditazione o la lettura di un libro possono fornire una pausa rigenerante e aiutare a ridurre il carico di stress accumulato. In generale, qualsiasi hobby o attività che garantisca un piacere personale è di grande aiuto, poiché impedisce la ripetizione di meccanismi cognitivi e comportamentali legati al contesto stressante.
Anche la gestione del tempo gioca un ruolo cruciale: imparare a pianificare le attività in modo realistico, evitando di sovraccaricarsi di impegni, può ridurre significativamente la pressione. A tal proposito, delegare compiti e stabilire priorità aiuta a mantenere un equilibrio tra le responsabilità e il tempo libero. Un altro elemento fondamentale è il supporto sociale: amici, familiari o colleghi di fiducia possono spesso offrire una fonte di sfogo e magari fornire una prospettiva diversa sui problemi, alleviando il peso emotivo. Infine, è importante adottare uno stile di vita sano che includa una dieta equilibrata, un regolare esercizio fisico e un riposo notturno adeguato. Lo stress cronico spesso compromette la salute fisica, quindi prendersi cura del proprio corpo è fondamentale per affrontarlo in modo efficace.
Pensi che la psicoterapia possa fare al caso tuo?
Prenota un colloquio conoscitivo gratuito con un professionista.
Bibliografia
Neuroendocrinology of stress (Habib, Kamal E. et al.; Endocrinology and Metabolism Clinics, 2001).
Organization for physiological homeostasis. (Cannon, W.B.; Physiological Review, 1929).
Stress and distress (Selye; Comprehensive therapy, 1975).
The Stress Concept (Selye – Canadian Medical Association Journal, 1976).
Nel caso tu abbia una segnalazione su un contenuto di questo articolo puoi scrivere se vuoi a segreteria@contactu.it.
Saremo lieti di ascoltare cosa hai da dirci.
Supervisione editoriale dei contenuti
Sappiamo bene che i nostri articoli trattano tematiche sensibili e sentiamo una grande responsabilità verso ogni nostro lettore. Ecco perchè ogni contenuto del nostro blog è revisionato ed approvato dalla nostra redazione prima di essere pubblicato, per verificarne la chiarezza e la completezza.