La terapia di coppia funziona davvero?

La terapia di coppia è una forma di terapia utile per risolvere le problematiche e i conflitti relazionali che le coppie non riescono a gestire, favorendo l’equilibrio del legame.  Questi conflitti, insieme alle difficoltà di comunicazione, se prolungati nel tempo, possono portare disconnessione tra i partner e, in ciascun individuo, sentimenti di solitudine e rabbia. L’efficacia dell’intervento terapeutico è proporzionale alla motivazione di entrambi i membri della coppia a intraprendere un percorso insieme e dall’interesse e dall’amore che ciascuno prova per l’altro. Nei casi in cui la relazione fosse realmente finita, aiuta i partner ad accettare il distacco, che a volte può essere avvertito come troppo doloroso e impossibile da affrontare da soli. A oggi, è stato dimostrato che la terapia di coppia è in grado di creare un cambiamento positivo nel 70% dei casi, e questi cambiamenti perdurano nel tempo (Lebow, 2012).

La terapia di coppia focalizza l’attenzione sul legame relazionale, con l’obiettivo di creare un processo di ri-sintonizzazione tra i partner e accompagnarli a comunicare in una lingua comune, attivando un circolo virtuoso che li renderà maggiormente coinvolti e responsivi tra di loro. Il terapeuta fornisce un ambiente sicuro, accogliente e adeguato ai bisogni della coppia, in modo che la tensione possa diminuire e che entrambi possano esprimere le proprie vulnerabilità.

Bisogna considerare la coppia come un organismo vivente che nasce, cresce e matura attraversando fasi successive di sviluppo. In questo percorso evolutivo, la coppia può aver bisogno di aiuto, soprattutto in alcune fasi specifiche (andare a vivere insieme, sposarsi o la nascita di figli), oppure nell’affrontare eventi stressanti (problemi economici, di salute fisica o mentale di uno dei due partner, o problematiche relative alle famiglie di origine). Inoltre, questi momenti della vita possono far emergere o aggravare difficoltà comunicative e relazionali preesistenti.

Alcuni tra i segnali che possono indicare il bisogno di una consulenza di coppia sono:

• aumento dei conflitti e difficoltà comunicative;
• distanza emotiva e solitudine, sentirsi non supportati e respinti emotivamente, o difficoltà ad aprirsi emotivamente;
• problemi di fiducia tra i partner o tradimenti;
• sentimenti di scarsa autostima e paura dell’abbandono;
• carente intimità sessuale, mancanza di desiderio e comunicazione sull’argomento;
• abusi e dipendenze (alcol, droghe, pornografia, social network ecc.);
• differenze negli stili genitoriali che portano a conflitti;
• cattiva gestione e disaccordo sulle finanze;
• disparità nei processi decisionali.

In genere, la prima seduta di consulenza inizia con domande standard sulla storia della relazione. È probabile che si approfondiscano anche informazioni sulla famiglia d’origine, sui valori e sul background culturale di ciascun partner. Il terapeuta può, già in questa fase, iniziare a identificare possibili problemi su cui soffermarsi durante il trattamento, stabilendo obiettivi condivisi.

In un secondo momento, il terapeuta aiuterà a individuare le dinamiche che causano problemi nella relazione, favorendo una percezione diversa del rapporto e del proprio partner. Questo include imparare a smettere di incolpare l’altro e a vedere i problemi della relazione come qualcosa che coinvolge entrambi. Il terapeuta vuole accompagnare le coppie in difficoltà ad abbandonare modalità di reazione rigide, dannose e distruttive a favore di altre delicate e flessibili, che supportino legami intimi e sicuri (Greenberg, 2015; Johnson, 2020). Attraverso un percorso graduale, si portano gli individui a riconoscere che i comportamenti distruttivi sono il risultato di emozioni e di bisogni non riconosciuti né soddisfatti. Inoltre, si accompagneranno i partner a utilizzare una comunicazione più efficace, concentrandosi soprattutto su cinque aspetti:

1. rallentare il ritmo della comunicazione, per aiutare ad abbassare la tensione, favorendo l’ascolto attivo e la curiosità verso il partner;
2. imparare a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci invia, per capire quando qualcosa non va;
3. riconoscere quali espressioni non verbali del corpo possono comunicare all’altro distanza, rifiuto o aggressività (es. alzare gli occhi al cielo quando il partner sta parlando);
4. notare come le convinzioni o aspettative personali influenzano i propri comportamenti nei riguardi dell’altro;
5. ridurre l’evitamento emotivo, aiutando gli individui a esprimere le emozioni, i bisogni e i pensieri che potrebbe aver paura di mostrare al partner.

È importante anche concentrarsi sui punti di forza della coppia: la maggior parte delle sedute di terapia si concentra sulle aree problematiche della relazione, il che rende facile dimenticare le aree in cui la coppia funziona bene. Promuovere i punti di forza del rapporto può aiutare la coppia a vedere il piacere della relazione e quindi a non concentrarsi solo sugli aspetti negativi.

A volte, quando le coppie entrano in terapia per problemi relazionali, emerge la necessità di un sostegno supplementare da parte di uno dei due partner. In genere, questo viene offerto attraverso la ricerca di una terapia individuale da affiancare al lavoro di coppia che si sta già svolgendo. Si tratta di una prassi del tutto normale. Può essere molto utile, sia per il benessere dell’individuo che della relazione stessa, seguire contemporaneamente una terapia di coppia e una individuale.

Come già accennato, la terapia di coppia si focalizza maggiormente sul legame dei due partner, trattandosi di un momento per discutere i bisogni di entrambi. Pertanto, nel caso ci sia la necessità di un ulteriore supporto, il vostro terapeuta di coppia può suggerirvi di intraprendere parallelamente un percorso individuale. Questo è importante per il vostro benessere e per essere pienamente presenti nel momento in cui lavorate sulla vostra relazione.