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- Psicologia infantile: cos’è e quando può essere utile rivolgersi a un professionista
Il benessere psicologico è uno degli aspetti che, più di tutti, ha un impatto sulla qualità della vita degli individui, tanto per gli adulti quanto per i bambini. Comprendere lo sviluppo cognitivo, emotivo e comportamentale del bambino, così come supportarne e promuoverne il benessere psicologico, è il focus di ricerca e di intervento della psicologia infantile.
Cos’è la psicologia infantile
La psicologia infantile è quella branca della psicologia che si interessa alla salute e allo sviluppo psichico del bambino, dalla sua nascita alla fanciullezza. Uno dei primi studiosi a concentrarsi sullo sviluppo infantile è stato Jean Piaget, che ha studiato l’evoluzione dei diversi stadi dello sviluppo della mente e del pensiero del bambino.
Nel corso del secolo scorso, altri gruppi di studiosi si sono interessati allo studio dello sviluppo dei bambini: i comportamentisti, che si sono concentrati sullo studio dell’apprendimento e del comportamento del bambino, e gli studiosi dell’apprendimento sociale. Questo corpo di conoscenze sul funzionamento e sullo sviluppo dei bambini ha permesso di sviluppare dei modelli teorici e di intervento specifici per l’età evolutiva.
Ad oggi la psicologia infantile concepisce il bambino secondo un approccio bio-psico-sociale, dove fattori biologici innati, legati alla genetica, interagiscono con fattori psichici e con fattori provenienti dall’ambiente sociale in cui il bambino è immerso. L’interazione tra gli aspetti biologici e psichici propri del bambino e l’ambiente (familiare, scolastico e sociale) in cui vive determina lo sviluppo dell’individuo.
Il bambino, quindi, sin dalla nascita, risente dell’influenza dell’ambiente e, a sua volta, esercita un’influenza su di esso. Gli ambienti familiare, scolastico e sociale possono diventare fattori di protezione (sostenendone il benessere psicologico) o fattori di rischio (cioè essere possibile fonte di disagio) per i disturbi psicologici infantili.
I disturbi infantili più frequenti e i loro sintomi
La crescita del bambino rappresenta un percorso delicato, perché le esperienze di vita, in queste fasi, influenzano il futuro sviluppo psichico. In quest’ottica, i disturbi psicologici infantili più frequenti variano a seconda della fascia d’età e al momento di sviluppo in cui si trova il bambino quando ha sperimentato i fattori di disagio.
In linea generale, i disturbi infantili più frequenti sono:
- disturbi d’ansia;
- disturbi dell’umore;
- disturbi della condotta e del comportamento;
- ADHD (Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività);
Nel bambino, la personalità è ancora in via di formazione, e sua capacità di comprensione ed espressione dei propri problemi può essere ancora incompleta. Per questo, l’espressione della sofferenza psichica assume caratteristiche differenti tra adulto e bambino.
I bambini tendono a manifestare il loro disagio in modo più sfumato e meno diretto, attraverso sintomi psicosomatici (mal di pancia, nausea, mal di testa ecc.), attraverso sbalzi d’umore, difficoltà di socializzazione e ritiro sociale, problemi nel rendimento scolastico, difficoltà nel raggiungimento delle autonomie personali.
Essere attenti a queste eventuali manifestazioni permette di individuare le possibili sofferenze psichiche del bambino, e quindi di intervenire in suo aiuto.
Quando rivolgersi a uno psicologo infantile e cosa fa
Quando il disagio psichico del bambino e le manifestazioni sintomatologiche ad esso associate compromettono il benessere psicofisico e/o limitano la sua capacità di affrontare e superare le sfide evolutive (la crescita, la socializzazione, la scuola), può essere molto utile rivolgersi a uno psicologo infantile.
Rivolgersi a uno psicologo infantile non significa “ingigantire un problema” o essere eccessivamente preoccupati, ma può essere un’occasione per aiutare i nostri figli nei momenti più difficili della loro crescita, fornendo loro ascolto, supporto e accettazione.
In alcuni dei momenti e delle occasioni più complesse, può essere proprio necessario rivolgersi a un professionista con una formazione specifica, così da poter aiutare il bambino (e, di conseguenza, anche la famiglia) a riacquisire equilibrio per poter crescere in armonia.
Cosa fa lo psicologo infantile
Lo psicologo infantile, attraverso l’ascolto, il gioco e altri tipi di intervento, supporta il bambino e lo sostiene nel suo percorso di sviluppo, lo aiuta ad avere una migliore comprensione dei suoi problemi e delle sue emozioni, lavora sulle sue rappresentazioni e sul comportamento, e gli fornisce gli strumenti per poter comprendere meglio i sentimenti ed esprimerli in modo funzionale.
Differenza tra Psicologia Infantile e Parent Training
Psicologia Infantile e Parent Training differiscono principalmente sul destinatario dell’intervento: nella psicologia infantile, si interviene e si lavora direttamente con il bambino, aiutandolo ad affrontare il disagio psichico che sta vivendo e che influenza il suo sviluppo; nel Parent Training, invece, i destinatari dell’intervento sono i genitori (o chi ne fa le veci), con l’obbiettivo di supportarli nel complesso compito della genitorialità, aiutandoli a sviluppare modalità educative e di comunicazione più efficaci e funzionali all’interazione con il figlio.
Spesso, l’intervento dello psicologo infantile e il Parent Training vanno di pari passo, così da fornire il supporto necessario sia al bambino, sia alla sua famiglia.
Contributo a cura di Dott. Giulio Dessì, Psicologo e psicoterapeuta in formazione
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Bibliografia
Camaioni L., Di Blasio P., Psicologia dello Sviluppo, il Mulino, Milano, 2007.
Meledandri G., I numeri che contano: l’epidemiologia nell’infanzia e nell’adolescenza, Rivista di Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, Giugno, 2011.
Galeazzi A., Meazzini P., Mente e Comportamento: trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale, Giunti edizioni speciali, Firenze, 2004.
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